Come scoprire se girano foto dei tuoi figli online?
I figli spesso si rivelano essere più intelligenti e accorti dei genitori, soprattutto nell’uso dei social media. Infatti, sembra assurdo ma quasi un quarto dei bambini inizia la propria vita digitale ancor prima di nascere, quando i genitori iniziano a postare le scansioni delle ecografie direttamente sui social media! È ancora più incredibile sapere che il 92 percento dei bambini di età inferiore ai 2 anni ha già una propria identità digitale. Una ricerca inglese invece ha scoperto che prima dei cinque anni d’età sono migliaia i contenuti riguardanti i bambini disponibili tramite i social network. Un’indagine condotta da diversi atenei italiani rivela che quattro adolescenti su dieci non sanno di avere un profilo visibile a chiunque. Il problema si pone quando i figli si rendono conto che la maggior parte della loro vita è stata documentata e condivisa online dai loro genitori senza alcun consenso. Per alcuni lo sharenting si rivela essere qualcosa di assolutamente shoccante, per altri elettrizzante.
I rischi dello sharenting
Lo sharenting porta con sé una serie di problemi tra cui il classico “furto d’identità”, con malintenzionati disposti a tutto (persino a sfruttare le foto dei minori) per creare dei profili fasulli a scopo criminale. Rubare qualche immagine da questi strumenti di condivisione è davvero facile, così come creare dei falsi profili con le foto dei nostri figli. Come facciano a scoprire se una delle immagini presenti nella nostra bacheca di Facebook o di Instagram è stata rubata e postata su un altro social network o su un sito web?
Sfruttiamo il reverse image search
Per nostra fortuna ci sono dei programmi e delle applicazioni che possono aiutarci a scoprire se le nostre fotografie sono state rubate. La prima cosa da fare è iniziare una ricerca con un normale motore di ricerca per trovare immagini e pagine web. Una delle funzioni poco conosciute di Google è la possibilità di ricercare immagini e fotografie digitando una o più parole chiave nel campo di ricerca (chiamato anche “Google Search by image” o “Reverse Image Search”). La procedura è di una semplicità disarmante: basta andare su Google Immagini e incollare l’immagine incriminata nello spazio apposito. È possibile anche cliccare sull’icona a forma di macchina fotografica e inserire l’URL dell’immagine che vogliamo cercare (se siamo in possesso dell’indirizzo di un’altra foto presente su Internet). Google inizia così a cercare immagini simili sfruttandone il contenuto. Il motore di Google poi fornisce una serie di risultati con tutti i siti che contengono foto simili. Guardando attentamente la foto corrispondente a ogni risultato possiamo capire se è davvero una delle nostre. Google Immagini permette anche di rintracciare tutti gli utilizzi non autorizzati delle nostre foto.
Le alternative al motore di Google
Se Google non riesce ad aiutarci non disperiamo: esistono dei programmi e delle applicazioni alternative che possiamo sfruttare per la “ricerca inversa da immagine”. Sempre restando in ambito motori di ricerca, possiamo affidarci a Bing di Microsoft che è uno dei Web search engine più utilizzati e diffusi nel mondo. Andando su Bing.com e cliccando sull’icona a forma di macchina fotografica che compare nell’apposito campo di ricerca, possiamo incollare l’indirizzo Web di un’immagine presente su Internet o una foto nel nostro computer per avviare la ricerca.
Un altro strumento che possiamo usare è TinEye, un motore di ricerca sviluppato appositamente per trovare tutte le pagine Web che hanno un’immagine, partendo dall’immagine stessa. È disponibile sul sito ufficiale di TinEye oppure tramite un plugin da installare per il proprio browser. Anche qui è possiamo iniziare la ricerca usando un’immagine presa dal nostro PC oppure tramite un URL. Le ricerche con URL sembrano rivelarsi un po’ più precise e dettagliate di quelle realizzate con Google Immagini (che esclude a priori i risultati non rilevanti). Un’altra funzione interessante è quella che permette di confrontare l’immagine trovata con quella che abbiamo caricato, per scoprire se si tratta di una delle nostre foto.
Un’altra estensione utile da aggiungere al proprio browser è “Who Stole My Picture” che permette di capire su quali altri siti Web si trova la nostra foto. Disponibile per Google Chrome e Mozilla Firefox, questa componente da installare ci permette di selezionare i motori di ricerca da utilizzare nella nostra ricerca. I Web search engine selezionabili sono attualmente Yandex.ru, Tineye.com, Google.com e Bing.com. Il programma cercherà immagini uguali alla nostra sia nel contenuto sia nelle dimensioni, poi quelle uguali nel contenuto ma non nelle dimensioni, mentre in caso di mancato riscontro ne proporrà alcune simili. Da segnalare poi anche l’ottimo Copyscape che permette di scoprire se qualcuno ha rubato non solo le nostre foto ma anche i nostri contenuti personali. Il programma (basta inserire l’URL di una pagina Web) permette di trovare quei post che contengono informazioni e immagini di nostra proprietà. Questo è un altro modo per scoprire se una foto è stata usata senza la nostra autorizzazione.
Le app per smartphone
Per quanto riguarda le ricerche tramite smartphone, sui dispositivi Android e iOS sono disponibili delle app specifiche che permettono di effettuare una ricerca inversa di un’immagine. Alcune sfruttano Google come motore di ricerca (è possibile selezionarne un altro) e non richiedono l’utilizzo di un browser. Veracity, Photo Sherlock, CamFind e Reversee (Reverse Google Image Search) sono tra queste: la prima è disponibile in esclusiva per iPhone, tutte le altre per Android e iOS.
Insomma, con tutti questi strumenti anche i figli possono limitare i pericoli dello sharenting selvaggio, fatto da quei genitori che tendono a sottovalutare continuamente i pericoli dei social media.