Quando i figli sono le star (e vittime) dei profili social di mamma e papà [la recensione di Mumadvisor]

Il 19 giugno 2020 il sito Mumadvisor ha pubblicato questa recensione di Sharenting:

Sharenting: quando i figli sono le star (e vittime) dei profili social di mamma e papà

Il libro che parla di un fenomeno sempre più radicato tra i genitori. “Sharenting”, scritto dal giornalista e formatore Gianluigi Bonanomi che accende i riflettori sull’abitudine di molte mamme e papà di mettere in rete l’immagine dei proprio figli.

Mentre giocano, mentre nuotano al mare, a volte pure durante un capriccio o – addirittura – mentre si siedono per la prima volta sul vasino. Di foto di bambini, sul web, ce ne sono tantissime e a pubblicarle sui social sono, di norma, proprio i genitori: ma è giusto? Si rischia davvero qualcosa mettendo su internet un innocente foto di nostro figlio? E se pubblichiamo, perché lo facciamo?

Questo fenomeno, cioè genitori che mettono online scatti in posa o rubati dei propri bambini, ha un nome e si chiama Sharenting (Share: condivisione + Parenting: genitorialità), ovvero – secondo il giornalista e formatore Gianluigi Bonanomi, autore del libro che approfondisce proprio questo fenomeno – “ l’abitudine, anzi la pessima abitudine, dei genitori di pubblicare online contenuti riguardanti i propri figli tanto per raccattare qualche like in più”.

Così, mamme e papà, anziché essere gli angeli custodi dei figli sono invece i loro primi nemici.

Ma è davvero così grave pubblicare una foto di nostro figlio online?

Prima di arrivare a dare una risposta a questa domanda, Gianluigi Bonanomi nel suo ultimo libro “Sharenting” edito da Mondadori Informatica, cerca di scavare più a fondo, cercando di andare a capire quali sono le motivazioni che spingono una mamma o un papà a “rubare” scatti ai propri figli per poi pubblicarli su Instagram piuttosto che su Facebook.

“Si parla di vetrinizzazione sociale o della genitorialità – spiega – viviamo nell’epoca dei social  che rappresentano il nostro modo di esporci costantemente  e oramai ci sembra normale condividere qualsiasi attimo della nostra vita: quando siamo ad un concerto riprendiamo una canzone anziché ascoltarla, quando siamo al ristorante si fotografa il piatto prima di mangiarlo e, quindi, a molti genitori sembra assolutamente naturale condividere le esperienza belle fatte con i figli”.

E i numeri non sono certo confortanti, secondo uno studio americano infatti pare che il 20% dei genitori iscritti ad un canale social ha l’abitudine di pubblicare immagini o video che hanno come protagonisti i propri bambini e, per stare più vicino a noi, in Italia, l’88% delle mamme che ha pubblicato online scatti dei figli non ha mai chiesto loro il permesso.

Ma c’è un’altra motivazione che porta i genitori a fare Sharenting: ovvero, l’insicurezza. Ricevere like e commenti positivi sotto le immagini postate dei propri figli fa crescere in loro autostima, una sorta di pacca sulla spalla virtuale che va a colmare quel senso di inadeguatezza che molti genitori hanno.

“E’ come se alcuni genitori volessero avere la conferma di essere bravi, di star facendo un buon lavoro e hanno il bisogno di mettersi in mostra e di sentirsi apprezzati attraverso il web”.

I genitori non sanno a cosa vanno incontro

Nel libro Gianluigi Bonanomi espone dati, numeri, ricerche, esempi. Che sicuramente fanno molto riflettere, ma che ci portano a fare un’unica domanda: che rischi ci sono a pubblicare foto dei figli? Innanzitutto, li priviamo del loro naturale diritto di privacy che non è cosa da poco: come detto, è difficile che un genitore chieda prima al proprio figlio se può o meno pubblicare una sua foto su un social e quindi spesso i figli ne sono inconsapevoli. Va da sé che per quanto riguarda i neonati, la cosa è impossibile, ma spesso lo Sharenting si protrae anche quando i bambini sono cresciuti e una volta che questi ultimi imparano ad usare il computer, spesso si ritrovano davanti le foto in cui sono protagonisti inconsapevoli, anche in atteggiamenti magari imbarazzanti: al mare col costumino, in bagno, addormentati sul seggiolone, in preda ad un capriccio.

Nel libro di esempi del genere, soprattutto di profili di personaggi famosi come Kim Kardashian piuttosto che Chiara Ferragni, ce ne sono tantissimi e si parla anche di alcuni casi all’estero in cui, una volta diventati maggiorenni, i figli hanno fatto causa ai propri genitori – vincendo – per danni d’immagine.

E il danno d’immagine, nel lungo elenco di rischi esposti dal giornalista e formatore Gianluigi Bonanomi, pare quasi essere il danno minore. La costante condivisione di dati riguardanti i propri bambini può davvero mettere a rischio la loro incolumità attirando i malintenzionati che con un semplice accesso a internet possono usufruire di numerosissime informazioni, dati sensibili come nome, cognome, luoghi frequentati, sapere dove sono in vacanza o quale scuola frequentano. Basta? No. Si parla anche di un altro fenomeno, il Grooming, ovvero l’addescamento di minori in rete; il più banale (ma non certo meno rischioso) furto d’identità, fino ad arrivare all’oramai noto cyber bullismo.

“Spesso foto e video imbarazzanti postati dai genitori, possono ritorcersi contro gli stessi figli se scovati da malintenzionati, o bulli”.

E allora è vietato pubblicare? No, ma – secondo l’autore di Sharentig – se proprio un genitore lo ritiene necessario dovrebbe almeno accertarsi di mettere dei paletti di sicurezza, come limitare la visibilità del profilo o delle immagini solo a persone della famiglia, o molto fidate.

“Il mio consiglio – conclude – è comunque sempre quello di evitare di pubblicare online foto o video di minori, più che altro per rispetto: diamo a loro il diritto di scegliere quale immagine digitale vorranno avere quando saranno grandi e diamo loro il buon esempio, se siamo noi i primi a pubblicare costantemente le loro immagini cosa faranno loro una volta che potranno usare i social?”

Questo libro ci è piaciuto perché: oltre a quello che vi ho anticipato in questo articolo, c’è molto di più. Ci sono molti approfondimenti che vale la pena leggere per essere davvero consapevoli di cosa significhi postare online, oltre che ad un utile test di auto-valutazione sui propri comportamenti digitali. E’ un libro che, da mamma, consiglio caldamente di leggere, che siate pro o contro lo Sharenting.

Chi ci segue da tempo sa che Gianluigi Bonanomi non è una voce nuova su Mumadvisor, con lui infatti abbiamo già collaborato ritenendo, quello dell’uso consapevole della tecnologia in famiglia – un tema più che mai importante e sul nostro canale Youtube (potete iscrivervi cliccando qui) potete trovare tutti i suoi contenuti video realizzati per voi mums, tra cui appunto quello riguardante il tema dello Sharenting che vi lasciamo qui sotto per la visione.

 

 

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